Ha deciso di raccontare la sua versione dei fatti, difendendosi dalle accuse che lo vorrebbero legato al clan Iannazzo di Lamezia Terme. Questa mattina, al T Hotel, Franco Perri imprenditore lametino coinvolto nell’operazione Nettuno 2 e colpito dal sequestro dei beni, ha convocato la stampa, accompagnato dai suoi legali.
L’avvocato penalista, Francesco Pagliuso, esprime dubbi in merito alla decisione di sequestrare i beni dell’imprenditore: “Il rischio – dice – è che le banche chiudano i conti, i fornitori vadano altrove e 754 famiglie vadano a casa”.
Franco Perri, poi prende la parola e risponde alle domande dei giornalisti: “Non abbiamo nulla da nascondere, tutte le verifiche della finanza e dell’Agenzia delle entrate non hanno prodotto nulla. Non mi sono arricchito, ma ho reinvestito”.
E poi si dissocia dall’accusa di aver stretto legami con la cosca Iannazzo: “Non ho mai pagato il pizzo, sono una vittima di ‘ndrangheta, non un colluso. Ho ricevuto teste di capretto, hanno appiccato il fuoco alle mie attività. Ho fatto condannare un uomo per aver trafugato la bara di mio padre. E non sono mai stato tutelato dalla polizia giudiziaria”.
Tra i beni di rilievo posti sotto sequestro, nell’ambito dell’operazione denominata Nettuno 2, anche il centro commerciale “I Due Mari” di Maida, l’ipermercato “Midway”e “La Nuova Nave2 a Lamezia Terme.