L’amministrazione Comunale di Montepaone é vicina e solidale al Responsabile dell’Ufficio Tecnico Franco Ficchì ed alla sua famiglia per il vile gesto intimidatorio subito nella notte tra giovedì e venerdì.
Quattro proiettili ed una bottiglietta incendiaria sono stati lasciati sotto l’abitazione di Franco, dove vive assieme ai due figli, alla moglie, ed all’anziano padre.
Condanniamo con fermezza chi con violenza ed arroganza ha attentato alla serenità non solo di Franco e della sua famiglia, ma di tutta la comunità montepaonese.
Condanniamo senza appello chi con la cattiveria tipica dei malavitosi viola la dignità delle persone ed offende Montepaone e la Calabria tutta.
“Chi appartiene alla comunità cristiana non può compiere atti di violenza contro gli altri”.
A chi ancora pensa di poter riportare indietro Montepaone, con atti e fatti ai quali speravamo non dover più assistere, deve essere chiaro che noi non arretriamo di fronte alla prepotenza, alla violenza e all’arroganza.
In questi anni di amministrazione tutti noi abbiamo apprezzato, ancora di più, la professionalità nonché le straordinarie doti umane di Franco, professionista che quotidianamente con il suo insostituibile impegno, la sua passione per il lavoro e competenza dimostra autentico attaccamento al nostro paese. Non possiamo restare indifferenti di fronte alla barbarie. Noi siamo tutti con Franco e non lo lasceremo solo. Oggi siamo tutti Franco Ficchì.
Andremo avanti insieme, lungo la strada già tracciata all’insegna della legalità, della trasparenza di sostanza e non solo di forma, difendendo Montepaone da chi ancora ritiene di poter imporre la propria volontà con i metodi barbari e vigliacchi della minaccia
Siamo sicuri che questo deprecabile gesto non scalfirà minimamente la professionalità di Franco Ficchì. La sua forza non solo rimarrà intatta ma crescerà ulteriormente e ciò, con il sostegno di tutti noi, gli consentirà di superare questa vicenda e ripartire.
Simili azioni cadranno nel vuoto e le uniche conseguenze saranno per gli autori, quando le forze dell’ordine e la magistratura li chiameranno a rispondere davanti alla Legge.