La Commissione d’accesso nominata nello scorso mese di giugno nel Comune di Lamezia Terme ha proposto lo scioglimento dell’Ente per infiltrazioni mafiose.
L’accesso nel Comune di Lamezia era stato disposto dal prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, su delega del Ministro dell’Interno, a seguito dell’operazione “Crisalide”, condotta dai carabinieri su direttive della Dda di Catanzaro contro la cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri e che aveva portato a decine di arresti.
Nell’inchiesta sono indagati il vicepresidente del Consiglio comunale lametino, Giuseppe Paladino, poi dimessosi, e Pasqualino Ruberto, candidato a sindaco nel 2015 e sospeso dalla carica di consigliere comunale dal Prefetto di Catanzaro dopo essere stato arrestato nel febbraio scorso nell’operazione “Robin Hood”, condotta sempre dalla Dda di Catanzaro, sul presunto utilizzo illecito dei fondi comunitari destinati alle famiglie bisognose distratti, secondo l’accusa, anche col concorso di presunti affiliati a cosche lametine.
La decisione della Commissione d’accesso si riverbera anche sulle partecipate del Comune. Per le quali, in prospettiva, potrebbero presentarsi cambiamenti sostanziali. Nel caso in cui il ministero dell’Interno (e il governo) dovessero sancire lo scioglimento del consiglio comunale, infatti, tutti i rappresentanti dell’ente nelle partecipate verrebbero a decadere e, a quel punto, toccherebbe alla commissione straordinaria nominata dalla Prefettura di Catanzaro la nomina dei nuovi amministratori. La questione più calda, ovviamente, riguarda la Sacal, azienda strategica non solo per il futuro del Comune di Lamezia ma per il sistema calabrese dei trasporti.
«A mio parere – ha commentato Mascaro – è impossibile che la Commissione d’accesso abbia proposto lo scioglimento del Comune perché gli ultimi atti ufficiali risalgono al 3 ottobre, quando mi è stata richiesta la copia di un atto. Il 16 ottobre, in seguito a ciò – ha aggiunto – ho anche inviato una memoria nella quale ho chiesto di essere sentito. Non credo che possa essere giunta sul tavolo del Ministero tale richiesta, non ci sarebbero i tempi tecnici. Ciò che, poi, mi sorprende è anche il fatto che la stampa abbia avuto la notizia prima del sindaco che, tra le altre cose, aveva chiesto ufficialmente di essere sentito. Questo non può succedere in uno Stato di diritto».