Se anche non si raggiunge la parità perfetta tra dipendenti uomini e donne, basta che la quota femminile salga al 40 per cento perché un’azienda veda salire la sua produttività dell’8 per cento.
Le imprese in cui si investe sull’equilibrio di genere sono vincenti, lo suggerisce, una volta di più, uno studio del gruppo Sodexo, impresa che offre servizi integrati alle aziende. La ricerca ha aggregato i dati forniti da 50mila manager di 70 aziende internazionali nel quinquennio 2011-2016, con l’obiettivo, appunto, di indagare sugli effetti positivi del bilanciamento di genere nelle aziende.
La fidelizzazione della clientela
I dati più importanti riguardano produttività aziendale e tasso di partecipazione dei dipendenti, che nelle imprese in cui l’equilibrio di genere è rispettato aumentano rispettivamente dell’8 e del 12 per cento. Altro valore indicativo è l’incremento della sicurezza sul posto di lavoro dove, grazie alle donne, si verificano meno incidenti e la sicurezza cresce del 12 per cento.
Si registrano poi un incremento dell’8 per cento rispetto alla media del tasso di conservazione dei dipendenti e una maggiore presenza di donne assicura anche la fidelizzazione della clientela, con un +9 per cento nella capacità di conservare almeno il 90 per cento dei propri clienti.
Impegno e produttività
“L’equilibrio di genere, insieme a una cultura inclusiva, aiuta a migliorare l’innovazione, l’impegno e la produttività – osserva Rohini Anand, Vicepresidente senior Corporate Responsability and Global Chief Diversity Officer di Sodexo – I dati dimostrano che non è soltanto una questione etica, perché la parità tra sessi incontra gli interessi delle parti interessate. Uomini e donne insieme hanno più successo e il talento, l’impegno e la costanza femminili sono un valore aggiunto per le aziende”.
“Sperimentiamo cosa significhi tutto ciò nella nostra azienda – osserva Sergio Satriano, Managing Director di Sodexo Benefit&Rewards Services – visto che a oggi il 59 per cento dei gruppi ha uomini e donne in percentuali uguali e il nostro obiettivo è quello di allargare questo risultato a tutti i settori entro il 2025”.
Il PIL
Una ricerca del McKinsey Global Institute ha calcolato che a livello mondiale le donne generano il 37 per cento del PIL, nonostante rappresentino il 50 per cento della popolazione in età lavorativa. Un rapporto Eurostat, pubblicato a marzo dell’anno scorso, indicava che le donne in posizioni di vertice nelle aziende italiane sono soltanto il 22 per cento, poco più di una su cinque. E anche quando riescono a raggiungere ruoli dirigenziali guadagnano meno dei colleghi, in percentuale il 33,5 per cento in meno all’ora rispetto ai maschi, una differenza di quasi 15 euro ogni ora di lavoro.