Tornano a volare nel cielo terso di una splendida giornata autunnale due poiane e un gheppio.
Reintrodotti in natura i tre rapaci ricoverati per alcune settimane in seguito a shock da impatto: finite contro delle vetture scendendo in picchiata alla ricerca di cibo sono sopravvissute grazie alla cure, all’impegno e alla passione dei sanitari e dei volontari del Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Catanzaro, che ha sede all’interno del Parco della Biodiversità Mediterranea.
A lanciare le poiane e il gheppio verso la ritrovata libertà, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, il vice presidente della Provincia Marziale Battaglia, alla presenza della dirigente competente e direttore del Parco la dottoressa Rosetta Alberto, il responsabile tecnico Sergio Calabria, e della responsabile del Cras, la dottoressa Deborah Giordano, e soprattutto tanti ragazzi che si sono avvicinati incuriositi all’antiteatro e hanno partecipato entusiasti all’evento.
Il Centro recupero animali selvatici dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro è una struttura d’eccellenza che opera dal novembre 2005. Il Cras si occupa della tutela del patrimonio faunistico nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, non solo attraverso la riabilitazione clinica e la successiva liberazione nelle zone naturali, nei periodi crono-climatici idonei, per le specie selvatiche autoctone rinvenute in condizioni di difficoltà (feriti, traumatizzati, orfani, immaturi, ecc.), ma anche attraverso l’impegno ad arginare il dilagare di specie alloctone. Si tratta di un altro elemento di grande prestigio che fa del Parco della Biodiversità un punto di attrazione per migliaia di catanzaresi ogni giorno, e non solo.
Nonostante le difficoltà economiche sopportate, il Parco della Biodiversità mediterranea – che dopo il trasferimento delle competenze in capo alla Regione vede il mantenimento della struttura tra le funzioni residuali della Provincia – resta una priorità per l’Amministrazione provinciale guidata dal presidente Bruno.
Il monitoraggio sulla funzionalità del Parco – dalla pulizia del laghetto che proprio questa mattina è ritornato fruibile dagli “ospiti” tra le principali attrattive amate dai più piccoli, alla manutenzione delle piante e alla cura delle siepi e dei vialetti, giusto per citare qualche esempio – resta una priorità che può essere garantita con poche risorse a disposizione, si parla infatti di circa 50 mila euro a fronte del milione di euro investiti negli scorsi anni, prima del drammatico ridimensionamento economico e funzionale delle Province.
Ma lo sforzo del presidente Bruno, della dirigenza, dello staff e delle maestranze provinciali – unito alla passione e all’amore per questo luogo simbolo del rispetto per la natura, e uno spazio dove esercitare le buone pratiche per incrementare la qualità della vita – ha consentito in questi anni di mantenere alto lo standard dei servizi e la fruizione culturale, ambientale, naturalistica e sportiva considerando il Parco un patrimonio inestimabile che appartiene alla comunità, non solo calabrese.