L’organizzazione di un Festival complesso per attitudine, struttura, dimensioni e ambizioni come il Leggere & Scrivere comincia normalmente quando ancora l’edizione precedente non si è conclusa perché è come un discorso che si vuole ininterrotto e nel quale gli inciampi, le esitazioni e i desiderata che si accumulano nei giorni della manifestazione vengono buoni per diventare gli approfondimenti della volta successiva.
Ma stavolta gli inciampi della Storia che si sta facendo davanti ai nostri occhi sono qualcosa di più impegnativo e sostanziale e pretendono da noi una diversa predisposizione.
Per questo motivo, è bene sottolinearlo subito, quella del Leggere & Scrivere 2020 dovrà essere un’edizione eccezionale sotto tutti i punti di vista.
Con questa consapevolezza i direttori artistici responsabili del festival Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano, con l’indispensabile ausilio delle professionalità del Sistema Bibliotecario e della cerchia stretta di importanti collaboratori, che vedono in prima fila Cristiano Montesanto, Lionella Morano, Antonio La Gamba, Giovanni Puddu, e molti altri di cui mi scuso per non poter citare i nomi, hanno iniziato a riflettere sulla sua fattibilità e a interloquire con i partner e gli enti finanziatori, in primo luogo la presidenza della Regione Calabria e l’Assessorato alla cultura, le amministrazioni comunali, sulle forme dell’iniziativa per il 2020.
Fortunatamente, nonostante una forma e una serie di leit motiv che lo rendono immediatamente riconoscibile, la struttura non irrigidita della manifestazione consente di adeguarsi a scenari in continuo mutamento come quelli che la tempesta del Covid 19 ci stanno prospettando.
Le manifestazioni culturali come il Leggere & Scrivere, che hanno la pretesa e la voglia di raccontare la realtà e anticipare scenari non possono impigrirsi sugli allori dei risultati raggiunti ne’ cullarsi nel lusso dell’immutabilità e tuttavia queste potenzialità mimetiche e trasformazionali, per non risultare vaghe o aleatorie devono fare affidamento, oltre che sulle capacità organizzative e progettuali di chi ci lavora, sulle radici solide delle idee fondanti che le definiscono.
Nel caso del Leggere & Scrivere queste idee sono date da una serie di suggestioni apparentemente conflittuali che danno luogo a mescolanze feconde: l’incontro tra identità territoriali e confronto con altre realtà, quello tra le tradizioni culturali e innovazioni tecnologiche, l’unicità delle esperienze individuali e le imprese che rendono quelle unicità replicabili e esportabili, e in ultima analisi la capacità di essere indipendenti insieme con la ricerca di una relazione paritaria tra le esperienze.
Anche in previsione di ciò stiamo immaginando un Festival diffuso nel quale le location all’aperto offerte dalla città di Vibo Valentia ( pensiamo al Complesso Monumentale di Santa Chiara, sede del Sistema Bibliotecario Vibonese, alla corte del Castello Normanno Svevo o al parco di Villa Gagliardi ) rappresentino solo alcuni tra i tanti scenari dove potrebbero svolgersi gli incontri che verrebbero perciò distribuiti nella città senza rinunciare alla ricchezza quantitativa e qualitativa dell’offerta culturale e garantendo anzi ancora di più un’esperienza ampia, integrata e partecipata.
Il Festival Leggere & Scrivere è cresciuto in maniera costante negli anni facendosi forte del successo di pubblico che ha contribuito ad ampliare il ventaglio della proposta consentendo di alzare ogni volta l’asticella della qualità senza abdicare alla necessità di divulgazione e attraverso questo mix di qualità e accessibilità si è attestato stabilmente tra i migliori festival culturali del Meridione per numero di spettatori coinvolti (molte migliaia ogni anno) e qualità dei personaggi invitati (l’elenco dei nomi illustri che hanno impreziosito le otto edizioni precedenti sarebbe davvero troppo lungo, basterà consultare il sito del festival per rendersene conto ) e come uno dei pochi in grado di dialogare da pari coi maggiori festival letterari nazionali ( Festivaletteratura di Mantova e Pordenonelegge sopra gli altri ) riuscendo a conquistarsi un palcoscenico privilegiato anche all’interno del Salone di Torino che rappresenta di sicuro la maggiore fiera del Libro italiana.
L’attenzione dei media nazionali (spesso paradossalmente anche maggiore di quella dedicata dalle testate regionali) è solo l’ennesima testimonianza del giudizio lusinghiero che questa manifestazione, realizzata da una squadra ormai affiatata e con risorse molto limitate e che impongono spesso dei veri e propri salti mortali per fare quadrare i conti, suscita.
Come già detto più volte l’edizione 2020 del Leggere & Scrivere dovrà necessariamente tenere conto delle condizioni di emergenza sanitaria nelle quali si trova il mondo e per questo motivo alle parole chiave che ne caratterizzeranno la progettazione si aggiungono quelle di sicurezza e sostenibilità: si tratta di due fondamenti che sono stati sempre necessari ma oggi diventano, se possibile, ancora più imprescindibili, ed è alla luce di quei concetti che si è immaginato un Festival diffuso che faccia di necessità virtù e sia anche l’occasione per promuovere il territorio e le sue culture oltre che la Cultura.
Le presentazioni di libri, i dibattiti e tutte le espressioni artistiche che sono la colonna vertebrale del Festival si terranno in luoghi dove potranno essere garantite le distanze e la rarefazione necessarie ma saranno allo stesso tempo luoghi di assoluta suggestione come, per fare qualche esempio, il Polo Museale di San Domenico a Soriano, Villa Berto a Capo Vaticano o le grotte di Zungri insieme ai siti già citati di Vibo Valentia, perché gli eventi sono importanti, la qualità degli ospiti è un ingrediente fondamentale, ma altrettanta importanza viene dedicata ai luoghi da valorizzare che non fanno solo da cornice ma diventano responsabili essi stessi della riuscita della manifestazione. Inoltre, agendo in sinergia con il progetto ambizioso di promozione di Tropea come Capitale della cultura italiana, durante il Festival ci piacerebbe organizzare, proprio a Tropea, un grande evento di carattere internazionale.
In occasione del Festival vorremmo produrre un documentario per racconterà i fermenti culturali calabresi ripercorrendo alcune tappe fondamentali e luoghi importanti della storia calabrese attraversata dalla costa all’entroterra, tra arte, natura, letteratura e musica. Ci piacerebbe anche, In accordo con una importante casa editrice calabrese, istituire un concorso letterario che sulla falsariga del “Viaggio in Calabria” si proponga come una opportunità per raccontare una Calabria lontana dagli stereotipi che troppo a lungo sono stati coltivati dentro e fuori dalla regione.
Gilberto Floriani e Maria Teresa Marzano