Nell’arco del biennio 2015-16 la Calabria ha visto consumare 1,4 chilometri quadrati del suo suolo, con picchi del 15% nel territorio comunale dei capoluoghi Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia.
E’ quanto emerge dal “Rapporto nazionale sul consumo di suolo in Italia 2017”, presentato nei giorni scorsi a Roma dal Sistema Nazionale della Protezione Ambientale, in cui le pagine della Calabria sono state realizzate dal Centro Geologia e Amianto dell’Arpacal.
L’edizione, per la prima volta è stata prodotta nell’ambito del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente SNPA in ottemperanza alla Legge 28 giugno 2016, n. 132 “Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e disciplina dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale” . L’attività, avviata per la prima volta per i dati 2015/2016, è estremamente utile ai fini della pianificazione territoriale.
Nel Rapporto vengono analizzati i dati aggiornati del consumo del suolo per la Regione Calabria. Gli studi sono state eseguiti per la prima volta dall’Arpacal presso il Centro Geologia e Amianto, diretto dalla dr.ssa Teresa Oranges, grazie ai funzionari tecnici geologi Luigi Dattola e Ivan Meringolo. Le tecniche utilizzate per lo svolgimento delle elaborazioni sono di tipo miste di fotointerpretazione/telerilevamento ed hanno richiesto un lavoro puntuale e minuzioso di un elevato numero di dati.
“Preliminarmente – ha spiegato la dr.ssa Teresa Oranges – sono stati verificati eventuali errori di omissione presenti nei dati del 2015, operando un raffronto con le ortofoto del 2015 della Regione Calabria. Successivamente sono state elaborate le immagini satellitari riprese nel 2016 dal satellite multispettrale ad alta risoluzione Sentinel2 (costellazione satelliti Sentinel – ESA). Il dato, processato con i software ERDAS imagine e QGis, è stato restituito in termini di mappe di “NDVI max” (Normalized Difference Vegetation Index) che, opportunamente post-processato, viene utilizzato per individuare il suolo consumato nel periodo 2015-2016”.
Dal rapporto, quindi, emerge che la regione Calabria ha perso una percentuale di suolo superiore al 5%, con un incremento percentuale rispetto al 2015 di circa lo 0,19%, ovvero, altri 1,4 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali tra il 2015 e il 2016.
A livello provinciale, nel 2016 troviamo valori compresi tra il 5 e il 6% di suolo consumato in tutte le provincie calabresi, fatta eccezione per la provincia di Crotone con un valore percentuale di poco superiore al 3%.
Analizzando la distribuzione territoriale del consumo di suolo, è evidente come le più elevate percentuali, maggiori del 15%, siano da attribuire a Comuni capoluogo (Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia); valori sopra la media regionale si riscontrano, pure, in alcuni Comuni Costieri insieme ad altri Comuni che non sono capoluogo (Amantea, Diamante, Scalea, Rende, Soverato, Lamezia Terme, Gioia Tauro, Locri, Pizzo, Tropea, etc.).
In riferimento alle dinamiche di consumo del suolo, nel periodo 2015 -2016 le aree maggiormente interessate sono quelle della fascia costiera e delle zone associate ai principali centri urbani; il consumo di nuovo suolo ha riguardato, invece, in misura minore le aree collinari e montane interne, caratterizzate generalmente da un’urbanizzazione poco densa.