La legge di riforma sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle Unioni e fusioni di Comuni, comunemente definita Delrio, modifica il sistema delle autonomie locali, in attesa della definitiva modifica della Costituzione, con il referendum confermativo del prossimo mese di ottobre.
E’ in corso, insomma, una complessa operazione di ridefinizione del settore che, fino alla modifica della Costituzione, non cancella le Province, ma lascia in capo agli Enti intermedi una serie di competenze con in testa le funzioni attribuite dalla suddetta legge, vale a dire Viabilità, Trasporti ed Edilizia scolastica.
In questo contesto di complessa riorganizzazione e ristrutturazione del sistema delle autonomie locali, la Provincia di Catanzaro, pur tra tante difficoltà, è riuscita a mantenere una discreta qualità dei servizi, senza mettere in mobilità nessun dipendente, garantendo agli stessi tutti gli emolumenti dovuti, sottoscrivendo il contratto decentrato e disegnando una nuova macrostruttura a supporto di un Ente snello ed efficiente.
Dal punto di vista giuridico, l’articolo 1 comma 3 della legge 56/2014 definisce espressamente la Provincia come “Ente territoriale di Area Vasta” e, al comma 87, ribadisce che le funzioni fondamentali sono esercitate dalla Provincia “quali enti con funzioni di Area Vasta”.
Al contempo, però, lo stesso articolo 1, al comma 57, prevede che gli Statuti possano prevedere “zone omogenee per specifiche funzioni, con organismi di coordinamento collegati agli organi provinciali”.
A quanti, in questi ultimi giorni, si sono esercitati, non sempre a proposito e anzi divagando oltremodo, sull’argomento in questione, ed in particolare sulla futura strutturazione dell’Ente intermedio, è opportuno ricordare che nella legge di riforma è ben presente la consapevolezza che la dimensione di “Area Vasta”, che è quella propria e tipica per l’esercizio delle funzioni fondamentali, non esclude, ma piuttosto si integra, con la previsione di “zone omogenee” di interesse per funzioni specifiche.
Della Provincia di Catanzaro come “ente territoriale di area vasta dotato di autonomia normativa, amministrativa e finanziaria, secondo i principi fissati dalla Costituzione”, quindi, parla l’articolo 1 del nuovo Statuto, approvato all’unanimità dall’assemblea dei Sindaci degli 80 Comuni della Provincia. L’obiettivo dell’Area Vasta è quello di creare nel medio e lungo termine un’unica città integrata nel suo territorio quale città dell’istmo che comprende: i poli urbani di Catanzaro e Lamezia, gli 80 Comuni compresi tra le direttrici Catanzaro-Lamezia e quelli della cosiddetta area gravitazionale delle due città, in un progetto integrato che colleghi il territorio ionico con quello tirrenico, il Soveratese e le Preserre da un lato e Sila e Presila dall’altro.
L’Area Vasta dei Due Mari, con un bacino di popolazione di 363.979 abitanti, ha la finalità principale di rafforzare e consolidare le funzioni di eccellenza già esistenti e di assumere quelle previste dalle città metropolitane.
La nuova Area vasta, quindi, è un ente da realizzare con l’importante contributo dei Sindaci e degli amministratori locali che si sono resi protagonisti – insieme a Upi e Anci – nel definire la legge regionale che dà funzionalità al nuovo sistema degli Enti, già depositata nella prima commissione permanente del Consiglio regionale in attesa di essere discussa e approvata.
Una legge regionale, quella relativa al riordino del sistema delle autonomie locali, che di fatto dà vita ad un nuovo assetto ed a una nuova articolazione istituzionale, che dovrebbe puntare su due Aree vaste (Nord e Sud) e sulla città Metropolitana di Reggio Calabria, per fare in modo che la Regione, finalmente possa caratterizzarsi secondo quelli che sono i compiti propri che la Costituzione le ha da sempre assegnato: programmazione, legiferazione e controllo; e prevedendo, invece, per le nuove Aree vaste il ruolo di gestione da condividere con i Comuni e le Unioni dei comuni.
La legge regionale di riordino del sistema delle autonomie locali dovrà affidare, poi, alle Aree Vaste, alle Unioni dei Comuni e ai Comuni effettivi compiti di gestione, per dare vita ad una organizzazione dei servizi improntata a criteri di efficacia e di efficienza.
E’ questa, e non un’altra sulla quale spesso si vagheggia, una credibile ristrutturazione delle Autonomie locali e della Aree vaste, che presuppone una “svolta programmatoria attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni comunali e delle organizzazioni di categoria, al fine di superare vecchi egoismi e obsoleti campanilismi”.
Chi parla solamente per dare voce a manie di protagonismo, tentando di screditare e di delegittimare il lavoro difficile (attraversiamo tempi di magra) e concreto portato avanti, in forte sinergia e con un continuo confronto con le amministrazioni locali, in questo ultimo anno in particolare, dalla Provincia di Catanzaro, dovrebbe avere sempre l’umiltà di riconoscerlo, mettendo al bando i soliti, scontati e per nulla costruttivi, atteggiamenti pregiudiziali che mettono al centro la “filosofia” del “tanto peggio tanto meglio”, con le conseguenze ben note a tutti noi.
Michele Drosi, Vice Segretario Provinciale PD e Presidente ANCI Calabria dei Piccoli Comuni.